Avete mai sognato di ritrovarvi nudi di fronte a tante persone, in un luogo assolutamente non consono e di sentirvi profondamente in imbarazzo?
Il sogno della nudità, come Freud insegna, ha un significato doppio, due volti diversi della stessa medaglia: il desiderio di apparire così come si è e di essere accettati per quello che si è e nello stesso tempo il timore di mostrarsi nell’intimo e negli aspetti più imperfetti di sé.
Aldilà di ogni considerazione psicanalitica, questo sogno/incubo spesso visita il sonno delle persone all’alba di grandi passi o di nuove avventure.
Ed è per questo che, vicini all’inizio del nuovo anno scolastico per tanti studenti, ho pensato di proporvi un libro lettone (Aleksandra Runde, Ko darit, ja esi kails pilseta, Janis Roze Publishers) che ha vinto il premio BRAW come opera prima, una sorta di prontuario di idee qualora, per uno strano incantesimo, vi ritrovaste in mezzo ad una platea di persone, completamente nudi:
«Ti è mai capitato di sognare di essere nudo e poi scoprire improvvisamente che lo sei veramente? Hai paura e non hai idea di cosa poter fare in questa situazione? Questa guida fa per te! Nel libro troverai 23 semplici consigli, per saper cosa fare se per caso ti trovassi nuda in città*»
Il libro, come potete immaginare, ha un’ironia tutta sua, soprattutto se pensiamo che l’autrice, lettone, appartiene alla cultura rinomatamente riservata e quindi a maggior ragione sensibile alla percezione di trovarsi esposti agli occhi degli altri.
Il piccolo manuale, che sta perfettamente in borsa o nello zaino (per ogni evenienza è meglio averlo a portata di mano!), è pensato proprio come un prontuario di istruzioni: ogni doppia pagina documenta attraverso sequenze affini al fumetto, schizzate in bianco e nero, i “passi” delle azioni da svolgere (pagina di sinistra), mentre la pagina di destra mostra l’esito ottenuto, in una pagina caldamente illustrata.
Come potete immaginare ogni soluzione è spiritosa e ironica e la nonchalance con cui il testo parla spesso stride con l’espressione attonita e non sempre convinta della protagonista (nuda) che si trova a condividere una spiaggia con i nudisti, a mimetizzarsi tra le sculture, a posare come modella in un corso di disegno, a protestare nuda per il clima, a nascondersi in mare… Lo scarto strappa una risata, pur nella sottile preoccupazione che la situazione comunica.
Non c’è sessualizzazione né una trattazione del tema nudità in quanto tale, l’essere nudi è il pretesto per raccontare altro, per parlare del disagio o dell’imbarazzo di mostrarsi, come testimoniano proposte quali “cambia prospettiva nel guardare cose” (con le istruzioni per guardarsi attraverso un bicchiere pieno di liquido che rimpicciolisca il proprio profilo), o «trova un cavallo e corri verso il tramonto»…
Non siamo di fronte, tantomeno, ad un inno al nudismo, tutt’altro: ad esempio, il consiglio 13 di trovare una comunità di nudisti si conclude con una fuga precipitosa, perché non fa per lei e il consiglio 20 è di «trovare dei vestiti!».
La dimensione del sogno lambisce le illustrazioni e permette delle evidenti deroghe alla realtà come nel suggerimento 5 (il mio preferito!) dove si invita a chiamare immediatamente la mamma: l’esile protagonista infatti estrae dalla sua coscia nuda (?!) un piccolo telefonino necessario per chiamare la propria madre che naturalmente arriva - nella pagina successiva - carica di bauli di vestiti!
Si arriva perfino al paradosso filosofico: «forse tutti sono nudi mentre tu sei vestita», seguito dall’imperioso suggerimento «verifica che non sia un sogno!».
Le soluzioni sono semplici quanto fantasiose, ma in ogni caso sono soluzioni, come a dire: può succedere di tutto, ma non succede niente … una soluzione c’è!
Il gioco sul filo del disagio riesce in fondo, grazie all’ironia, a sgravare dal peso dell’ansia una delle situazioni idealmente più stressanti (anche se improbabile!).
Tenete a portata di mano questo manuale e potrete incominciare la scuola (magari le medie, magari le superiori) senza nessuna preoccupazione!
Keep calm, una soluzione la si trova sempre!
* traduzione dal lettone.