L’intestino è un secondo cervello. Lo studio approfondito della presenza di neuroni all’interno dell’intestino ha ribadito ciò che la sapienza popolare sapeva da tempo. Molti modi di dire, infatti, ed espressioni colloquiali hanno da sempre testimoniato questa correlazione: si sentono le farfalle nello stomaco, quando ci si innamora, ci si stringono le budella, quando abbiamo paura…
Studi approfonditi su questo aspetto hanno dunque rimesso al centro come la correlazione tra alimentazione e sfera emotiva sia tutt’altro che ininfluente.
La morfologia dell’intestino, dunque, oltre ad essere un’importante testimonianza dell’evoluzione delle creature viventi - poiché la forma di ciascuno cambia anche in base alle proprie abitudini alimentari -, è legata, soprattutto nel caso umano, alle emozioni e alle percezioni sensibili attraverso cui conosciamo il mondo.
Si può quasi parlare di un sesto senso che risponde a stimoli che non sono solo quelli meccanici dell’ingestione del cibo, ma che riguardano le relazioni e la nostra percezione di noi stessi e del mondo.
Affronta questo vastissimo argomento, cercando di sviscerarlo in modo enciclopedico Aina Bestard, artista tessile spagnola, che dopo alcune prove suggestive nel mondo della divulgazione si cimenta qui in un lavoro molto più imponente: Il Digestario.
Se in Nascosti nel cielo la cifra della struttura del libro era lo stupore, reso anche attraverso una riflessione cartotecnica originale, con Il Digestario l’autrice trasferisce l’originalità del suo sguardo sul tema, lasciando al testo - apparentemente una vera e propria enciclopedia - una forma editoriale tradizionale, quasi classica.
Il Digestario, infatti, è un consistente volume di 180 pagine dedicato agli intestini animali con approfondimenti scientifici e 70 schede monografiche che corrispondono ad altrettanti animali, che ci guidano esemplificativamente nell’universo della nutrizione (ingestione, digestione, assorbimento e defecazione).
Dopo una prima parte introduttiva che in modo molto puntuale definisce le differenze macroscopiche tra le grandi famiglie di animali, il testo passa a una galleria di ritratti specifici.
Ogni animale occupa due pagine con un grande ritratto dal sapore tassonomico ottocentesco che lo vede nel contesto naturale, affiancato da una pagina dedicata all’approfondimento scientifico che mostra uno spaccato dell’apparato digerente, correlato da una serie di testi satelliti che approfondiscono caratteristiche, dinamiche e peculiarità.
Posso immaginare che l’idea di leggersi 70 profili di intestini possa spaventare, tuttavia l’autrice riesce a non appesantire la narrazione, innanzitutto grazie a una selezione intelligente e accurata del corpus di riferimento: gli animali scelti hanno effettivamente abitudini molto differenti tra loro e questo fa sì che non vi sia occasione di ripetizione tra i diversi profili.
Secondariamente i testi divulgativi, che pur si concentrano sulle dinamiche digestive, si aprono anche a riflessioni che da queste derivano e che possono incuriosire i lettori come il colore dei fenicotteri, la passione degli scienziati per le borre, le teorie relative alla forma quadrata degli escrementi del vombato (la discussione sulla cacca ha sempre un certo fascino del proibito presso i bambini!)…
«Le api non defecano nell’alveare, nemmeno quando vi trascorrevano lunghi periodi in inverno. Accumulano gli gli escrementi nell’apparato digerente e, non appena arriva il bel tempo, fanno un volo di pulizia durante il quale defecano in grande stile. Che sollievo!»
Non mancano poi paragoni tra i diversi animali, aneddoti storici, riflessioni sulle strategie di caccia…
«Il mio intestino cieco non sarà particolarmente lungo rispetto a quello di molti erbivori, ma il tuo è ridicolo» [maiale vs uomo]
«A Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, proprio per la fama di ladra e opportunista di quest’aquila, non piaceva che fosse stata scelta come simbolo del Paese. Lui preferiva… il tacchino! Tu quale sceglieresti?»
Il testo sa essere anche umoristico e questo alleggerisce il dettato scientifico:
«Spero di non dover andare dal dentista, con queste dimensioni mi costerebbe un occhio della testa»
Recita una didascalia sotto il cranio di un leone.
Insomma, se il testo difficilmente potrà essere letto tutto d’un fiato, certamente non mancherà di incuriosire i lettori naturalisti che vi torneranno con piacere, anche perché sono tante le scoperte che si possono fare tra queste pagine.
Spesso infatti, nella trattazione tradizionale dei comportamenti animali, si sorvola su alcune capacità come quella di estroflettere lo stomaco dello squalo o quella di immagazzinare il cibo per una ingestione successiva degli scarafaggi o la capacità di nutrirsi di niente del pangolino di mare.
Troverete pane per i vostri denti e saprete anche tutto il tragitto che compirebbe nel vostro corpo!