Qual è la statura del coraggio? Cosa può mai fare una bambina di 5 anni e mezzo durante la guerra, non una guerra ideale, ma la Prima Guerra Mondiale?

Quella che racconta Timothée de Fombelle nel suo ultimo romanzo breve per ragazzi è la storia di Rosalie, una bambina di 5 anni e mezzo, una bambina, appunto, con un segreto e una missione.

«Ho un segreto […] Io sono un soldato in missione. Spio il nemico. Preparo il piano d’attacco. Sono il Capitano Rosalie, io. […] Sono il Capitano Rosalie, infiltrata in questo plotone, in una mattina d’autunno del 1917. So cosa devo fare. Un giorno riceverò una medaglia per questo. La sento già che brilla dentro di me»

La narrazione in prima persona scorre rapida, tra dialoghi e pensieri che non spiegano né descrivono. Seguendo un incipit in medias res, la vicenda si svela progressivamente, ma il segreto con cui si è aperto il racconto rimane velato, fino all’ultimo.

Scopriamo che Rosalie ha il suo papà al fronte e una mamma che si sfianca di lavoro per mantenere lei e la sua piccina, Rosalie trascorre le mattine affidata ad un maestro gentile che ha accettato di accoglierla in classe: può stare in fondo a disegnare Rosalie, aspettando che finisca il lavoro di mamma e la guerra.

«La sera, mia madre viene a prendermi nella scuola vuota. Il maestro e gli alunni se ne sono andati da tanto, ormai. Lei mi stringe fra le braccia e strofina la fronte contro la mia. […] È molto stanca, e io amo quella stanchezza. Le voglio ancora più bene quando il coraggio l’abbandona e le vengono gli occhi rossi, ma ogni volta la mia mamma si ricompone in fretta e mi prende per mano. “Guarda!”»

Le lettere del padre dal fronte sono ricche di pensieri per la piccola Rosalie, di desideri e progetti di gite splendide che faranno insieme dopo la fine della guerra.

«Chiudo gli occhi. Non mi piacciono queste storie. Mia madre continua a leggere. […] Ogni giorno la mia missione prosegue. Ogni giorno io sono al mio posto, presente, Capitano Rosalie, in fondo all’aula, in agguato sotto i cappotti»

Quale sarà mai la sua missione?

Poi un giorno di neve regala a Rosalie e alla sua mamma una giornata di vacanza insperata e spensierata. Il riso e il gioco fanno dimenticare la fatica e il dolore e per un attimo tutto sembra caldo e perfetto, quella sera le storie sono vere e parlano principesse e isole. Per un attimo. Poi nella notte un gendarme bussa al vetro di casa.

«Un grido lunghissimo e molto basso, nel disperato tentativo di non farsi sentire»

Nulla è come prima, ma perché?

Rosalie quel giorno entra in azione, chiede di tornare a casa, i pianti smuovono il maestro e Rosalie torna nella sua casa, vuota e silenziosa nella pace del mattino. La sua missione è precisa: la scatola di latta sulla mensola più in alto. 

«E succede il miracolo. La scatola mi parla»

Le lettere del padre custodite gelosamente parlano, Rosalie le sa leggere e nessuno lo sa. 

«La parola ratti, la parola sangue, la parola paura. Mia madre non me le ha mai lette, quelle parole. C’è una frase sottolineata, che dice: qui piovono ferro e fuoco. È più sotto, sdraiate in fondo al foglio, le parole sepolti vivi e carneficina. […] cerco le parole trota e bicicletta che mia madre aveva pronunciato. Ma non c’è traccia di ruscelli, né di trote e nemmeno di una bicicletta. Niente»

Ma la missione è solo al primo passo, perché Rosalie non trova la lettera della notte, di quella notte in cui è cambiato tutto.

Sarà Edgar un bambino silenzioso e osservatore, che di Rosalie sa più di quanto lei sappia, a donarle altro tempo. Altro tempo per le parole. Eccole.

«Morto da eroe in combattimento»

Punto.

Rosalie è sparita, il maestro, la mamma tutti infine se ne sono accorti.

«Vedo mia madre. Mi raddrizzo sulla sedia. Ha il viso che amo, la mia mamma. Quello dei giorni fragili. Rimane in piedi davanti al tavolo. Le dico: “volevo sapere” “Sì, Rosalie” […] Mia madre prende dalla tasca una busta blu spessa, un pacchettino del Ministero della Guerra che ha già aperto. “L’ho ricevuto oggi, È per te”»

Al Capitano Rosalie.

La scrittura di Timothée de Fombell è coinvolgente e capace di mantenere il pathos con costanza e senza eccesso: un filo di drammaticità che si tende quasi impercettibilmente ma inesorabile. La sintassi asciutta, le descrizioni essenziali che non eccedono mai lasciano un alone di  mistero coinvolgente che non permette di staccare la lettura.

Isabelle Arsenault mostra ancora una volta l’incredibile capacità di illustrare romanzi e narrazioni lunghe, senza che le sue immagini risultino solo il corredo secondario al testo. L’illustratrice dona alle parole della storia un respiro, una drammaticità e nel contempo un contegno, una dignità, una drammaticità che forse le sole parole non avrebbero saputo esprimere. Vedere i volti di Rosalie e della sua mamma, i gesti e le espressioni del maestro … vedere che fanno da eco e amplificatore di quello spazio di emozioni che non si può esprimere a parole, appunto. Uniteci i colori, la luce, la riproduzione esatta di costumi e spazi degli anni della Guerra e avrete un romanzo che contiene un albo illustrato di rara bellezza.

Un regalo prezioso, drammatico per questo “intero”.

Dai 10 anni.

Capitano Rosalie
Timothée de Fombell - Isabelle Arsenault - Maria Bastanzetti (traduttrice)

70 pagine
Anno: 2018

Prezzo: 15,00 €
ISBN: 9788804705895

Mondadori editore

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