Storie intorno al presepe a cura di Scaffale Basso

Storie intorno al presepe a cura di Scaffale Basso

L’Avvento ambrosiano è cominciato e noi abbiamo provveduto celermente a tirare fuori dalla nostra scatola di latta tutte le statuine del nostro presepe, gli sfondi montani con le pecore al pascolo, la stalla di legno, le lucine stellate, il laghetto di vetro e la batteria di angeli pronti a sfoderare candele e strumenti musicali.

Questo gesto quasi rituale che appartiene alle tradizioni natalizie di tante famiglie è carico di diversi significati: è l’occasione per fare qualcosa insieme, è un momento in cui ci si ricorda della storia della propria famiglia (spesso i presepi si ereditano da nonni, dagli zii…), ma soprattutto per i cattolici è l’atto di richiamare la propria coscienza ad una posizione del cuore, quella dell’attesa. In realtà i protagonisti della vicenda allora furono forse presi alla sprovvista (anche se l’attesa del Messia innerva la tradizione ebraica: tutti lo aspettavano!), ma le nostre statuine, tirate fuori dagli involucri di carta, si dispongono tra muschio e palme in evidente attesa che Natale giunga e che il Bambino Gesù appaia nella capanna!

Ma voi sapete che tutte le statuine del presepe hanno un significato? Iconograficamente i soggetti ritornano in tutti i presepi, perché?

Ogni statuina ha assunto, a partire dal primo presepe di Greccio, un significato simbolico che rimanda alle Scritture o che rappresenta tradizionalmente un richiamo ad altro. Ce lo racconta con molta semplicità un libretto che ho scovato in un centro culturale milanese, il Rosetum, un libretto semplice ma ricco di spunti, citazioni, pensieri e fascino: Il presepe che meraviglia.

Ogni doppia pagina ci presenta un protagonista: l’asino e il bue sono segni dell’Oriente e dell’Occidente, il macellaio rappresenta il mese di gennaio («in questo mese si macellano le bestie») perché «nel presepe è rappresentata tutta la vita, tutti i mesi e tutte le stagioni» (provate a risalire alla rappresentazione di tutti i mesi!), il laghetto con lo specchio e il ponticello sono il segno di Gesù che collega il finito con l’infinito…

La bellezza di questi simboli è che non sono semplici rimandi astratti: nel presepe c’è tutta la carnalità di ciò che si vede (l’asino, il bue, il macellaio, il pescatore, il pastore che dorme…), un’umanità insomma che è molto probabile si presentasse in quella veste e fosse con quelle vesti presenti alla prima Natività, ma grazie alla trasfigurazione simbolica queste figure raccolgono in sé una vastità di altri soggetti che raggiungono la modernità, l’umanità e anche noi, cioè chiama anche noi all’attesa (i popoli orientali, i filosofi, i sognatori, i ricchi, i poveri…), tutti insomma.

Le pagine contengono un breve testo esplicativo (e anche qualche indicazione sulla collocazione della statuina), alcune citazioni dalle Scritture e un disegno schizzato da Anna Formaggio.

Il libretto si legge d’un fiato: una scoperta!

«Semplice paradosso: le mani che avevano fatto il sole e le stelle erano troppo piccole per accarezzare le grosse teste degli animali» Gilbert Keith Chesterton.

[In calce trovate il logo Rosetum con le indicazioni per acquistare il libretto: cliccate sopra!]

Sulla falsa riga di questo piccolo libro sulla scoperta del presepe, si colloca il più strutturato Storie intorno al presepe di Maria Vago e Silvia Oriana Colombo.

La storia qui narrata prevede una cornice (due nonni, una casa in campagna e tanti nipoti arrivati alla spicciolata per trascorrere le vacanze natalizie insieme) e 10 racconti che si legano e raccontano 10 storie di 10 protagonisti del presepe.

Il nonno infatti, mentre la nonna cucina per tutta la tribù e i giorni trascorrono lenti e oziosi vicino al camino, giorno dopo giorno con i suoi nipoti si mette a preparare il presepe: ci sono statuine da aggiustare, colori da ritoccare, sfondi da rimodernare, muschi da sprimacciare… i bambini giocano, ridono, chiacchierano e il nonno guida questa allegra congrega, fino al giorno della vigilia:

«“Vedete questo pastorello? Quanti anni avrà? Dieci o forse dodici, come Andrea?” chiede, e lo mostra adagiato dentro la sua manona. “Si chiama Saulino, e una volta ha rischiato di non arrivare in tempo alla capanna”. “E tu come lo sai?” chiede Cesca. “Perché conosco la storia, ovvio” risponde il nonno. “Racconta!” esclamano insieme i cugini. E nonno Giulio racconta».

Le storie sono inventate, ma hanno un fascino unico e originale e un significato su cui riflettere. Nonno Giulio insomma ha una grande fantasia! Le storie sono ambientate nel presepe, ma non solo: è il caso, ad esempio, del Natale di Virgilio una storia dedicata agli angeli che racconta di una notte di Natale, sì, ma di un angelo con il volto di alcuni migranti accolto da un vecchio montanaro in un tempo forse più vicino alla modernità che all’anno 0. Le storie fanno ridere, fanno piangere… non sono storie retoricamente felici e basta, ma celebrano tutte un momento unico della storia, quello della nascita di Gesù e di quella notte che rimane straordinaria nei secoli. Il filo conduttore è l’incontro: tutti i personaggi si imbattono in qualcosa di unico e devono farci i conti. Ci sono le pecore che difendono il proprio pastore e che parlano con lui, perché nella notte di Natale tutti comprendono il linguaggio di tutti, c’è la ragazza con la brocca che segue il festoso corteo verso la grotta per fare soldi vendendo acqua e che poi piangerà tutte le sue lacrime per offrirle da bere alla Madonna, c’è l’angelo che si è fatto male alle ali e la stellina Lilli che fa da torcia ai re Magi, il vecchio Melchiorre mostrerà che la vecchiaia sa essere più entusiasta e giovane dell’acerba giovinezza e l’asino Geremia, l’asino più testardo che ci sia… Al centro di ogni storia animali e uomini si passano il testimone, in una notte che ha fatto sussultare la creazione intera ed ogni sua creatura.

Le storie sono mediamente lunghe e, se lette – come necessario – con la cornice, è necessario prevedere un momento mediamente lungo e tranquillo per la lettura che i bambini dai 5 anni seguiranno facilmente.

«“Anch’io ho una cosa per il presepio” dice la nonna Emilia arrivando un po’ trafelata, perché quelli sono giorni in cui ha tantissime cose da fare. “Ecco qua, un lenzuolino per Gesù” […] “Ma Gesù è povero, lo mettono sulla paglia” obietta Adabi. “Sono sicura che la Madonna aveva preparato tutto per bene, fasce e lenzuolino li aveva portati con sé, in viaggio. Le mamme ci pensano a queste cose” Ecco, ora il presepio è perfetto».

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Il presepe che meraviglia Padre Marco Finco - Giampiero Pizzol 48 pagine Anno 2017 Editore Rosetum Milano
Storie intorno al presepe Silvia Oriana Colombo 140 pagine Anno 2018 Prezzo 18,00€ ISBN 9788892215795 Editore San Paolo
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