La natura è in moto perpetuo ed è una forza vitale davvero potente: me ne sono accorta senzientemente da quando abbiamo un cane. L’erba nei parchi cresce ad un ritmo incredibile, e cambia, cambia costantemente: erba alta e rigida, erbetta tenue, fiori bianchi, gialli, soffioni, piante differenti… Tra l’altro se i giardinieri non tengono il ritmo ci si dovrà munire di machete per addentrarsi nella giungla del prato, perché naturalmente Neve, il nostro cane, vuole andare esattamente al centro dell’intrico di liane!

E questo è ben più impressionante se si pensa che solo qualche mese fa non c’era quasi niente: era tutto spoglio, gli alberi fino a qualche settimana fa sembravano solo secchi, e solo se ti avvicinavi vedevi le nuove gemme pronte ad aprirsi. È proprio sul miracolo di questo lavorio della natura e della sua rivoluzionaria forza ancestrale che si basa il libro di Erin Stead E poi… è primavera.

L’albo racconta una vicenda molto semplice. È la storia di un giardino, il giardino di un occhialuto bimbo silenzioso, ma è anche la storia di un colore, il marrone, che all’inizio la fa da padrone, ed è anche la storia della pazienza e del silenzio essenziali per aspettare che le cose crescano. «All’inizio c’è solo il marrone, marrone dappertutto». Poi arrivano i semi, sono i semi di un piccolo orticello (piselli, pomodori, girasoli…) che il bimbo accompagnato dal suo cane e dalla combriccola del giardino (passerotti, conigli, un cane e una tartaruga) decide di piantare. È un gesto piccolo, impalpabile ma capace di mettere in moto l’universo. Tutto si attiva, ma è ancora solo un nugolo di desideri. «Desiderio di pioggia» e la pioggia arriva e così la vita si mette in moto silenziosa, invisibile. Anche se «è ancora tutto marrone… un marrone pieno di possibilità». La combriccola del giardino si preoccupa: cresceranno? Ce la faranno? E l’acqua? E i passerotti golosi? E gli orsi calpestatori?… Ma il tempo passa e la vita si muove e «il marrone, sempre marrone, ha un mormorio verde» (per Saverio è merito delle formiche!), e il tempo passa e poi… è (finalmente) primavera! e «c’è il verde, verde dappertutto».

La storia è dunque semplicissima, cromatica, fintamente statica, silenziosa: parte da uno spunto curioso – quello dell’attesa unito all’improvviso cambio di colore – innestandosi però su un tema assai noto. Un piccolo gioiellino, ma forse un po’ scontato.

Ciò che colpisce maggiormente, come ci era già accaduto per Il raffreddore di Amos Perbacco, sono le illustrazioni e in particolare l’effetto unico della linoleografia utilizzata da Erin Stead per i suoi lavori. La grana uniforme ma non “piena” del colore, le irregolarità delle campiture dovute alla pressione, le ombreggiature tono su tono e i colori delicati creano un’atmosfera tenue e impalpabile. La ripresa costante della scena dal medesimo punto di vista accompagna il lettore tono dopo tono nel passaggio che passa dal marrone al verde, mosso anche dalla luminosità e dal colore del cielo che spesso gioca con le nuvole, alternando i colori e il bianco. Le linee sottilissime e descrittive amplificano l’effetto di leggerezza e regalano particolari esili, da scoprire. Ciò che domina è il silenzio: i personaggi sono muti, tranquilli, mai irrequieti, mai agitati (anche i passerotti euforici per la scorpacciata sono esausti e zitti e così gli orsi), il bimbo con i suoi occhiali impenetrabili è inespressivo, tutto è attesa. La costanza della narrazione e dello stile illustrativo fanno sì che però nemmeno la “svolta del verde” riesca a portare un po’ di allegria e rumore nella silenziosissima campagna: questa particolare quiete io l’ho un po’ sofferta. Alcuni passaggi narrativi di Julie Fogliano sono indimenticabili, ma la staticità complessiva del racconto mi ha un po’ annoiato. Saverio ha rivisto sé stesso in giardino e ha amato molto la tavola con i particolari del sottosuolo, ma complessivamente non è stato molto coinvolto dalla narrazione. Ho visto da poco il trailer per l’uscita del prossimo libro della coppia Julie Fogliano e Erin Stead, If you want to see a whale: forse l’oceano, inevitabilmente muto, riuscirà a coinvolgermi di più, e poi io ho sempre voluto vedere una balena, mentre non ho mai voluto coltivare un orto.

E poi… è primavera

Erin Stead

36 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 13,00 €
ISBN: 9788883622830

Babalibri editore
Anobii

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