L’ultimo libro di Roberto Innocenti racconta di una storia d’amore e poco importa se il titolo, La mia nave, fa pensare a tutt’altro. 

La prima impressione nello sfogliare questo lavoro dell’illustratore toscano potrebbe essere di delusione: la ricchezza di simboli, dettagli, echi e citazioni sembra scomparire a favore di una narrazione anche visiva, molto asciutta. Questo cambiamento narrativo mi ha interrogato e, riguardando i lavori precedenti che mio marito (un fervido appassionato) custodisce sulle sue mensole, mi è parso di coglierne la ragione. Roberto Innocenti, illustrando testi non suoi, utilizza il moltiplicarsi di particolari, metafore e figure per appropriarsi delle parole non sue: l’illustrazione nella sua complessità rende personale ed unica la voce dell’autore che sembra quasi riletta dalle immagini dell’illustratore.

La mia nave invece cela probabilmente tutto il variegato universo di pensieri fuori dal libro, quei pensieri che appartengono alla mente dell’illustratore, che in questo caso è anche autore, e ci regala una sintesi visiva molto lucida, ma nello stesso tempo vibrante: la complessità densa è in questo caso oltre la narrazione, fuori dal libro.

Questa storia d’amore incomincia dalla sua fine, o meglio dalla tragica fine di uno dei due amanti: Clementine - anche il nome è ricco di echi significativi - si sta inabissando e il suo amico e amante, il capitano della nave, cerca di sopravvivere affidandosi ad una scialuppa.

«Dirsi addio è triste. Ricordo la nostra storia.»

Da qui in avanti il capitano tratteggia attraverso brevi frasi lapidarie e concise una storia d’amore iniziata nell’infanzia: dal sogno del mare, progressivamente ed inesorabilmente fino a Clementine e poi con lei attraverso viaggi esotici, terre e bandiere sconosciute e poi tra guerre, esplosioni e fughe.

«Clementine si prendeva cura di noi. In guerra come in pace».

Fino a quella terribile notte. Per la prima volta vediamo il capitano appiedato e solo, tornare ad una casa di mattoni e ad una famiglia in carne ed ossa.

«E la mia Clementine? Ora, è in un posto per lei nuovo».

Credo e trovo questa storia di Innocenti molto intima e per certi versi viscerale e per questo quasi ineffabile e percorsa da emozioni intense e turbolenti, anche se sempre contenute e custodite da Clementine. La vita del butterato ragazzo dai capelli aranciati quasi si perde dentro la sua nave: lo vediamo sempre intento ad osservare, spettatore quasi impotente della storia, la sua scelta è stata una, quella di stare con Clementine.

E la nave quasi impercettibilmente cambia: la ruggine segna con più vigore le sue fiancate, eppure mai un lamento si alza da prua, anche lei ha fatto una scelta, quella di servire il suo capitano fino alla fine, al paradiso delle navi. 

Le illustrazioni, complice anche la stringatezza del testo, occupano la pagine in grandi volute: le profondità che risucchiano, l’esattezza ritrattistica delle figure e degli spazi, quegli sguardi diretti e per niente intimiditi che si rivolgono spavaldi ai lettori… il focus però si mantiene costante e centrato e non ci si può perdere nei dettagli collaterali, il lettore è costretto sul ponte di Clementine.

L’essenzialità della storia fa sì che La mia nave sia un libro che qualsiasi ragazzino appassionato di navi possa apprezzare (le tavole esplicative in appendice rappresentano in questo caso una vera goduria), tuttavia la profondità che la storia nasconde soddisferà anche gli adulti amanti a appassionati dell’autore, riconoscendone una narrazione autentica e per certi versi autobiografica (leggete cosa racconta della guerra).

Una storia d’amore, la storia di due vite intrecciate.

La mia nave
Roberto Innocenti

40 pagine
Anno: 2018

Prezzo: 19,00 €
ISBN: 9788865322512

La Margherita editore

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