Oggi vorrei raccontarvi di una bella avventura, la cui protagonista è la piccola scuola dell’infanzia di Saverio. Su una collinetta oltre al Lambro, in una antica villa di una marchesa brianzola, se guardate bene potete scorgere un’allegra combriccola, una cellula di vita minuscola e pulsante: una piccola scuola dell’Infanzia. Potrebbe sembrare una scuola come tante altre se ne vedono, una scuola qualsiasi, ma non è così perché in questa scuola che trabocca di vita, si sono incontrati un gruppo di insegnanti allegro, intelligente e disponibile e un gruppetto di genitori che, per qualche strana coincidenza cosmica, ha la stessa concezione di scuola: un luogo in cui famiglia e insegnanti debbano collaborare proficuamente nell’accoglienza e nella crescita dei propri figli.

Quando l’incontro è avvenuto si è innescato un processo di produzione di bellezza di cui, appunto, vorrei raccontarvi.

All’inizio dell’anno, guardandosi in faccia, i genitori si sono detti: in un momento di crisi, di fatica per tutti cosa possiamo fare? tirare la fine dell’anno? Ma poi l’intuizione: perché non testimoniare ai nostri bambini come tante braccia, tante teste, tanti cuori possono coinvolgersi in un progetto di protesta contro la crisi, la tristezza e il grigiume? Regaliamo una biblioteca alla scuola!

Tra i lettori che leggono già ai propri figli potrà sembrare una proposta bella, ma già vista e rivista, la vera sfida per noi è stata invece convincere la maggior parte degli attori in gioco che leggere è un’esperienza entusiasmante, perché molti non lo immaginavano neanche.

Il “progetto Biblioteca” non voleva e non poteva essere un spillare soldi, un raccattamo-su-dei-libri!, o un cerchiamo qualcuno che ce li regali: il nostro ambizioso progetto voleva innanzitutto far conoscere a tutti quanto affettiva, esaltante e bella fosse l’esperienza della lettura, e poi testimoniare sul campo che la collaborazione di tutti, secondo le proprie disponibilità (in termini di tempo, di braccia, idee…), produce sempre frutti.

A dicembre così ci siamo imbarcati in questa avventura, con l’entusiasmo del marinaio che sale sulla sua prima nave, che sa dove deve andare, ma non conosce bene il viaggio, ma è contento e ogni cima e ogni topo gli sembra un compagno di viaggio e un alleato.

Come prima cosa abbiamo invitato i bambini a raccontarci quali fossero i loro libri preferiti: sapevano che l’oggetto libro inizialmente è caratteristico di una esperienza intima che è la lettura di un adulto, e proprio perché la vita emotiva è una componente fondamentale del libro volevamo che le proposte di titoli per la biblioteca potessero contemplare anche e innanzitutto quelle persone che nell’asilo sono educate: i bambini. Volevamo che ognuno potesse ritrovare un po’ di casa a scuola, volevamo che in qualche momento di inevitabile disagio o sconforto ogni bambino potesse ricercare il volto noto di pagine amate, e potesse risentire la voce del suo papà o della sua mamma. Perché i libri sono anche questo: ponti di relazioni e simulacri di rapporti.

La proposta è stata accolta, ma con un po’ di difficoltà: titoli impensati, complessi, noti e amati rimanevano un piccola percentuale i bimbi conoscevano poco o niente dei libri e i prodotti legati alla televisione primeggiavano.

Questo tuttavia non ci ha stupito né sconfortato: la ragione per cui avevamo organizzato questo momento ci era chiara e se i bambini leggevano con i loro genitori quelle storie, allora valeva la pena di segnarsi i titoli.

Ma in realtà la barca doveva affrontare il primo maroso: perché mai accettare questo stato di fatto, oggettivamente limitante? Forse la soluzione era infarcire la lista di titoli che noi-sì-che-lo-sappiamo potessero essere meno banali e forse più belli. Ma le battaglie solitarie sotto egide magari anche giuste non vanno quasi mai a finire bene. E poi stavamo lavorando insieme, il che non era scontato e non era ininfluente.

Così ci siamo guardati in faccia: ma perché non far intravedere a tutti un po’ del bello che probabilmente non conoscevano? Perché sottovalutare la capacità innata che hanno i piccoli a riconoscere le cose belle? Certamente molti passano ore davanti ad uno schermo, ma solo perché non conoscono Tullet che è più interattivo di un videogioco, Beatrice Alemagna che si fa accarezzare da mani e guance come un peluches, o certi leoni ed orsi che ti fanno ridere, come mai un cartone ha fatto, o certe storie che ti fanno gridare e bisbigliare…. Il problema è che molti non conoscono i libri.

L’impresa si faceva ardua, ma questo era l’obiettivo. Così borse e scatole in spalla i genitori hanno portato decine e decine di libri di casa e hanno allestito una temporary-library nel salone della scuola.

Qui vorrei aprire una parentesi: per me è stato oggettivamente una preoccupazione fisica, abbandonare 39 libri, senza sapere se avrebbero superato la loro battaglia e anche Saverio ha mostrato le sue rimostranze, tanto che per “consolarci” abbiamo dovuto prendere 20 libri in prestito in biblioteca :D Comunque la battaglia andava combattuta, e non si può mai scendere in campo mandando qualcuno al tuo posto.

Le giornate organizzate con i bambini sono state uno spettacolo: dai bambini di 2 anni ai bambini di 6 tutti ne sono rimasti entusiasti e questo solo per merito loro. Radunati in piccoli gruppetti di età, le mamme hanno fatto vedere loro cosa si può fare con un libro, i più grandicelli sono stati esortati a raccontare la loro esperienza di lettura, poi ad ognuno è stato dato campo libero nella biblioteca: obiettivo guardare, sfogliare, leggere, lasciarsi provocare e scegliere il libro che li colpiva di più.

Avreste dovuto vedere la concentrazione e l’assoluta attenzione mantenuta nel primo momento anche dai bambini più piccoli o da quelli più irrequieti e avreste dovuto vedere l’entusiasmo, la gioia, il fervore malcelato nel momento di lettura libero. I libri sono stati sfogliati, impilati… i bambini si sono distesi, accucciolati, seduti… è stato un momento di festa. Poi tutti hanno cercato di raccontarci il perché avessero scelto un libro, il più bello di tutti: molte cose ci sarebbero da dire e forse le diremo (in un altra sede), ma il filo conduttore delle risposte è stata la familiarità. I bambini hanno scelto libri che gli ricordavano cose, luoghi o persone note, hanno scelto libri che avevano già a casa, hanno scelto libri con personaggi che amano «il pompiere come il mio papà». A prescindere dalle conclusioni, quindi, il libro è sempre associato a qualcosa di personale ed intimo.

I momenti si sono conclusi con letture animate: i piccolissimo sono rimasti estasiati dai pallini di Tullet tanto che più di uno si è guardato il dito per cercare di intravederne il potere magico. Commozione. I più grandi hanno mimato, rumoreggiato… e tutti sono rimati incollati alla pagina. E quando dico tutti dico tutti, senza eccezione: i bambini ne sono la testimonianza vivente.

Il successo è stato tale che le maestre hanno chiesto alle mamme di poter mantenere la biblioteca ancora per una settimana per permettere a tutti di ritornarvici.

Ed eccoci giunti all’oggi.

Il prossimo passo sarà coinvolgere tutti i genitori. A maggio infatti parallelamente ad alcune giornate organizzate con letture ed attività correlate ai libri, chiederemo ad ogni genitore che voglia di regalare un libro, tra tutti quelli che bambini, insegnanti e genitori hanno selezionato in questi mesi, alla biblioteca della scuola. Puntiamo a 70 libri, ma saremo contenti anche se fossero 5 perché se anche un solo bambino, dopo quest’“anno libresco” chiedesse di andare in biblioteca, o chiedesse un libro per Natale, sarebbe un germe di novità che porterà i suoi frutti.

Il progetto però vuole espandersi il più possibile, quindi, a conclusione di questa puntata ci rivolgiamo a chiunque ci legga: non vogliamo chiedere a nessuno di darci qualcosa gratis, sappiamo che gli editori hanno già poco margine per pagare il lavoro encomiabile di scrittori, illustratori e stampatori, e che tante famiglie fanno fatica a tirare a fine mese, ma chiedere si può sempre, dal momento che è lecito dire di no!

Chiunque desiderasse partecipare a questa avventurosa impresa, con il suo contributo può regalarci un libro: mi contatti (scaffalebasso@gmail.com) e avrà l’indicazione del luogo a cui spedirlo.

Il dono sarà affidato ad un bimbo che avrà l’onore di decorarne il risguardo con il nome del donatore e il tutto sarà oggetto non solo della nostra immensa gratitudine, ma anche di documentazione nelle prossime tappe di descrizione del progetto.

Il progetto è in corso e vi anticipo solo che nella “settimana della lettura”, organizzata a maggio, parleremo anche di alcune famose 20 ragioni che alcuni Topi hanno stilato…

Per cui, come si dice, stay tuned!!

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