Prima che sfogliate le pagine di questo libro devo per forza parlarvi della sua storia e di chi è il suo autore, o vi perderete metà della sua intensità.

Il Leone verde porta in Italia Ti amerò sempre, edito nel 1986 con il titolo Love you forever e scritto da Robert Munsch, autore americano. Questo libro parla di una madre e del suo bimbo e potreste pensare come me all’ennesimo libro sulla maternità. L’impressione che ne avevo avuto immediatamente era la percezione quasi fastidiosa di un grande assente: il padre. Poi ho fatto qualche ricerca e ho scoperto la storia di questo libro: innanzitutto lo scrive un uomo, un padre, e poi lo dedica a sua moglie Ann ai suoi figli Andrew, Julie, Tyya e ai suoi due piccoli figli nati morti e vivi in Cielo Sam e Gilly. Lo scrisse proprio dopo la morte di Sam e Gilly e prima di adottare gli altri 3 figli. Io mi sono fermata e ho ripensato a un dolore lacerante e familiare e ho pensato che in quei momenti bui quest’uomo di fronte all’oceano di dolore di sua moglie le dedicò un testo meraviglioso che parlava di amore filiale e di amore eterno. Un testo che inserito nel contesto della sua nascita fa piangere e commuovere insieme. Il padre, che tanto assente mi sembrava (ma quante volte i nostri mariti sembrano assenti, quando invece sono solo “diversamente” presenti!) diventa il punto esterno e privilegiato per guardare quell’amore, stupirsene e mostrarlo agli altri.

«Una mamma teneva in braccio il suo bambino appena nato e pian piano lo cullava su e giù, su e giù, su e giù. E mentre lo stringeva, cantava: “Ti amerò per sempre, sempre avrai il mio amore e finché vivrò sarai il mio piccino».

All’inizio il tempo sembra incantato, sospeso, poi il tempo passa, arrivano i terribili 2 (anni), l’impertinenza degli 8 (anni), l’adolescenza… Robert sembra voler tracciare per sua moglie e per sé tutta la traiettoria che non hanno potuto vivere con i loro primi due figli, senza sorvolare sulle fatiche, ma affermando in fondo quello che ogni genitore sa ed ogni sera ricorda.

Così anche se il terribile duenne la mattina «tirava giù tutti i libri dagli scaffali. Tirava fuori tutto il cibo dal frigorifero e un giorno prese l’orologio di sua madre e lo buttò nel water», la sera quella madre si avvicinava al lettino e gli ricordava: «Ti amerò sempre, sempre avrai il mio amore e finché vivrò sarai il mio piccino».

A 9 anni: «non voleva mai tornare a casa per cena, e non voleva mai farsi il bagno, e quando la nonna veniva a trovarli diceva sempre parolacce», eppure la sera la mamma ogni sera gli ricordava la stessa cosa. E così ugualmente quando quel piccino diventa un ragazzone e poi un uomo (qui la mamma rischia lo stalkeraggio raggiungendolo nella sua casa dall’altra parte della città eh! però la perdoniamo).

E quando ormai la mamma è imbiancata e stanca e quasi non riesce a cantare più: «Ti amerò sempre, sempre avrai il mio amore…» è la volta del figlio: «Ti amerò per sempre, sempre avrai il mio amore e finché vivrò sarai la mia mammina».

Se ci pensate l’intuizione è tanto vera quanto vertiginosa, tanto più se i tuoi figli non li hai mai sentiti respirare o magari non li hai portati in grembo. Ann era allora, e lo è oggi, madre di quei bambini in Cielo, anche se li ha visti solo per pochi attimi.

L’amore ha questa dimensione di eterno, ti tocca in modo indelebile, basta un attimo: l’amore come l’energia si trasforma ma non muore. Il libro infatti si chiude con il figlio che, con in braccio la sua bambina, canta: «Ti amerò sempre, sempre avrai il mio amore e finché vivrò sari la mia piccina».

La quarta di copertina parla di cerchio della vita, io vedo invece un crescere, un mutare progressivo ma sempre proiettato in avanti: si ama perché si è stati amati tanto. Si accetta di amare perché si è fatta esperienza di un amore incondizionato, anche di un solo attimo.

Lucia Sforza dona a questo testo un alone onirico e surreale che non mi ha persuaso immediatamente. Senza dubbio i volti della madre e del figlio sono intensissimi nella loro intesa, così come i loro gesti. Le ombra, come doppioni delle figure, e gli elementi connotativi rendono i luoghi meno quotidiani e più mentali.

Un libro per ringraziare le madri e i padri del loro amore incondizionato. Un libro da regalare ai grandi, perché i piccoli (almeno quelli fortunati) lo sanno già e lo sperimentano ogni giorno: l'amore della mamma è inscalfibile.

Ti amerò sempre
Robert Munsch - Lucia Sforza - Michela Orazzini (traduttrice)

36 pagine
Anno: 2015

Prezzo: 14,00 €
ISBN: 9788865801345

Leone verde editore

[shareaholic app="share_buttons" id="15118398"]
Commenti
30 Maggio 2019
Maria

è un libro molto intenso!

30 Maggio 2019
Rossella

Ciao a tutte. Io l’ho appena letto a mio figlio di 5 anni, che verso la fine del libro, mi disse: mamma io ti amerò sempre anche quando non ci sarai più e poi dirò ai miei figli quanto ti ho amato! Ho pianto tanto e credo di regalarlo alle mie amiche che co.e me sono mamme di bimbi meravigliosi!

29 Luglio 2016
Maria

Grazie a te di avermi raccontato, un pezzo della tua vita con questo libro!

29 Luglio 2016
Sandra Cemulini

Ciao Maria,
Questo libro mi e’ stato regalata nel lontano 1990, quando i miei 3 figli erano piccini. Gliela leggevo spesso, e non credo che ci sia stata una volta che non mi scendeva una lacrima. Io la regalo ora agli amici che hanno dei figli piccoli perche’ cattura cosi’ bene la sensazione (mia) di Mamma. Ancora oggi, ogni tanto ai miei “piccolini” dico “I’ll love you forever, I’ll like you for always….” e loro sorridono ricordando il libro. Sono felice di averla trovata anche in Italiano!
ps..I loved your review!
Sandra

12 Maggio 2016
#Sono mamma … e adesso che si fa?? 2. Coccole, libri e il mio corpo che cambia – Il Canino Bau Bau Bau

[…] Ti amerò sempre, Robert Munsch (qui) […]

18 Gennaio 2016
Maria

Forse è necessario avere il coraggio di lasciarne traccia nella storia.

18 Gennaio 2016
Maria

Silvia: che bella domanda! Io sono stata indecisa sul recensirlo per tanto tempo, proprio per l’impressione del “scritto a tavolino” e ciò che mi ha sbloccato è stata solo la scoperta della storia. Mi chiedi: il valore di un libro non dovrebbe essere a priori? Non so risponderti. Credo che avere più elementi per andare a fondo sia sempre una ricchezza, andrebbero dichiarati? Chi lo sa. Mi prendo tempo per rifletterci. Tu hai sentito la stessa distanza in Cuore di mamma? Perché io percepisco una profonda differenza ma non mi sono ancora chiarita le idee.

18 Gennaio 2016
Silvia | Galline Volanti

Eh Maria, ti aspettavo con questo post, perché intuivo che prima o poi l’avresti recensito (anzi in realtà ero convinta l’avessi già fatto, sarà perché io confondo un po’ tutti i libri di questa collana). Dunque, non mi piace scrivere critiche nei commenti, ma penso di potermelo permettere dato che ci conosciamo e so che apprezzi, inoltre il mio commento vuole solo essere una mia analisi del perché io, dopo averlo sfogliato a lungo in libreria, non l’ho acquistato.
A prima vista mi ha colpito molto. Che dire, ogni mamma ne resterebbe colpita perché tocca delle corde molto intime. Ebbene, questo è un aspetto che nella lettura si è mutato da fascino e e emozione a fastidio. Ho provato ad analizzarmi e ho compreso che io non sopporto i libri in cui le emozioni vengono così espresse in modo diretto, tanto più se riguardano la maternità, o paternità. Quei libri un po’ dalla lacrima facile, a me innervosiscono perché mi sembrano troppo diretti o studiati a tavolino.
Poi leggo il retroscena da te illustrato circa l’origine del libro e ciò mi fa riflettere. Altre volte mi è capitato di non amare molto un libro ma poi leggere la dedica o comunque il perché sia stato scritto e da chi, e questi dettagli inerenti l’autore mi hanno fatto rivalutare il testo.
Mi chiedo, è giusto? Cioè, un libro non dovrebbe comunicare già di per sè senza bisogno di ulteriori informazioni? Eppure un dettaglio biografico può cambiare molto la lettura…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *