Marianne Dubuc è la regina delle case sfiziose e delle storie piccole e brulicanti, come testimonia l’ultimo suo libro arrivato in Italia grazie a La Margherita: ll giardino di Gippo.

Tutta la storia si svolge in un giardino. Sottoterra è un brulicare celato ma vitale di attività: Teresa la talpa ha i suoi appartamenti, la famiglia Topotti la sua casetta soppalcata, Paolo il lombrico il suo tunnel evanescente e Pica la formica e le sue sorelle percorrono il loro diramato sistema stradale. Sopra, tra l’erba del prato, c’è la piccola casina dal tetto blu del signor Gnomo e Gippo, un verde maggiolino (?) con un basco con un pon pon che prende casa ogni giorno su un filo d’erba diverso. Ogni personaggio è immerso nel lavorío della propria vita, abbastanza indifferente ai propri vicini, finché una mattina, «senza alcun preavviso, qualcosa cade dal cielo, proprio sulla testa del piccolo Gippo… Ma, che cosa è caduto...?». Il maggiolino sembra l’unico personaggio a seguire con silenzioso interesse lo sviluppo di questo imprevisto, perché di sviluppo di tratta! Il seme infatti incomincia a mettere le radici e, ad un certo punto, il bagno di Teresa si ritrova con una crepa nel muro e Pica con la strada interrotta. Gli animali, dopo un primo momento di disappunto, reagiscono immediatamente, decidendo di ignorare coattamente l’imprevisto: Teresa rattoppa il soffitto con un paio di assicelle e Pica aggira la radice. Ma le radici, si sa, sono ostinate e in poco tempo anche il salotto della famiglia Topotti si ritrova con un bel buco nella parete, per non parlare del bagno di Teresa, delle strade di Pica e dell’ombra alla casa del signor Gnomo… In tutta questa confusione, l’unico personaggio capace di guardare cosa sta succedendo senza cedere alla sola reazione è Gippo (osservatelo pagina dopo pagina!). Così quando ormai all’orlo della sopportazione gli abitanti del giardino si coalizzano per eliminare l’intruso è la voce di Gippo che si fa sentire per la prima volta: «Aspettate!». Gippo, mettendo da parte la timidezza (ma era poi davvero timido?), mostra agli abitanti del giardino ciò che loro non si erano nemmeno premurati di considerare: la casa del signor Gnomo non gode forse di un’ombra piacevole? E i topolini non hanno guadagnato un parco giochi? E le formiche non si ritrovano un osservatorio naturale? E il cibo, avete notato che la piante ha dei frutti?

Il discorso di Gippo, che considera un diverso punto di vista non è solo però il discorsetto sullo stile di Pollyanna: gli abitanti del giardino incominciano a guardare la pianta diversamente, ma anche e soprattutto i propri vicini che fino alla pagina prima erano considerati completi estranei. Accettare l’imprevisto ostinato, senza combatterlo, ma assecondandolo nella sua natura avvicina tutti, donando al giardino una nuova geografia.

«Tutti si abituano presto alla nuova vita, e sono veramente felici». Così felici che la caduta di altri semi, diventa questa volta occasione di trepidante attesa.

I “soliti” disegni compìti e gentili di Marianne Dubuc accompagnano questa semplice storia di resilienza. I dettagli che riempiono di personalità i piccoli spazi sono deliziosi: la poltrona a pois, la vasca di legno, i cuscini tubolari e le coperte a righe… La camera fissa e reiterata, pagina dopo pagina, invita ad uno sguardo attento gli stessi lettori: vi accorgete della pianta che sta crescendo o anche voi vi perdete negli appartamenti sotterranei senza dar peso a quello che veramente accade? Non è un libro che vuole insegnare esplicitamente, ma che propone, attraverso lo sguardo e le parole del maggiolino, una strada alternativa alla frustrazione e alla rabbia data dall’esercizio di uno sguardo globale di tutti i fattori in gioco e soprattutto delle persone accanto a sé.

Una storia primaverile per guardare alle piante che spuntano da un altro punto di vista, dai 3 anni.

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Il giardino di Gippo Marianne Dubuc  32 pagine Anno 2019 Prezzo 14,00 € ISBN 9788865322901 Editore La Margherita editore
Marianne Dubuc, Il giardino di Gippo, La Margherita - Scaffale Basso
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