Cerfoglio di Ludwig Bemelmans è la storia di un cervo con il nome di un’erba, ma si apre con un pino, un vecchissimo pino che troneggia, ormai spoglio ma statuario sul limitare di un burrone. 

«Quando spuntò, verde smeraldo e pieno di speranza, il pino tese sereno i suoi piccoli rami verso il cielo»

Chi si sarebbe aspettato lo scherzo del destino di essere nato proprio sul ciglio di un burrone? Ma questa versione arborea di Ermanno lo storpio, lungi dal mollare, decise semplicemente di crescere sbilenca, protesa verso terra, storpia insomma. La spavalderia dei dritti e vigorosi pini perfetti abbaglia gli occhi dei lettori, ma senza acrimonia il nostro pino non può far altro che descrivere il loro destino: quello di essere tagliati e trasformati in ponti, sedie, culle, fiammiferi…

«Il pino tutto sbilenco non lo vuole mai nessuno. Non serve a nulla»

Ma gli spiriti eletti non sono riconducibili alle dinamiche del mondo e il nostro pino, nella sua unicità, è un tassello cruciale nell’equilibrio del suo mondo: la sua forma a capanna, che accarezza il sottobosco con gentilezza aristocratica, custodisce una famiglia, un cervo e la sua famiglia, Cerfoglio si chiama. 

Incomincia così l’amicizia tra Cerfoglio, il cervo ghiotto di cerfoglio, una profumata erba aromatica boschiva, e il pino che tra le sue radici ne nasconde a mazzi, per l’amico.

Pino e Cerfoglio, in breve, vengono caratterizzati come vecchi: il Pino è spelacchiato, Cerfoglio si appoggia all’amico per scrutare la valle sottostante e custodire i suoi nipoti dai pericoli, come se quel rapporto di premura vicendevole da subito divenisse inclusivo di tutti gli altri.

La simbiosi che inizialmente era uno scambio di attenzioni e premure, diventa in poche pagine un rapporto familiare di compagnia tutt’altro che estemporanea.

«quando il vecchio albero e il cervo sono insieme, segnato dalle intemperie il primo e tutto incanutito il secondo, è difficile distinguere il palco di corna del cervo dai rami ormai spogli del pino»

Ed è questo stato di attenzione che innesca il veloce raggiungimento dell’apice della storia: un cacciatore adocchia proprio Cerfoglio. Cosa potranno mai, un incanutito cervo e un vecchio pino contro un aitante cacciatore? 

Possono. Tutto possono.

Infatti lo storto, proprio in virtù della sua “malfattaggine” riesce a sussurrare all’amico un avvertimento: immaginiamo che siano i suoi rami sbilenchi a parlare, le sue radici contorte a far inciampare irreparabilmente l’antagonista!

«Nooooooooo….. Aiuto!»

È commosso Cerfoglio nello strofinarsi all’amico, ma non è tutto perché i due vecchietti hanno altre sorprese per il futuro.

Una storia di amicizia, una riflessione ambientale (evidente la tematica contrappositiva uomo/natura, anche se rappresentata attraverso un personaggio fiabesco inusuale in questo ruolo!) e un inno alla cura reciproca. Lo stile gioioso e cristallino che molti forse avranno apprezzato in Madeline, la serie forse più celebre di Bemelmans, trova in Cerfoglio un tono più pacato e fiabesco, ma innervato comunque di piccole gioiose sorprese e di ironiche soluzioni, tipiche del suo tono narrativo.

Lo stile naïf di Bemelmans regala tavole dense di colore, pienissime, a volte segnate da segni leggeri di penna o matita, un “pieno” che può sembrare grezzo, tuttavia l’impaginazione che circonda le tavole con cornici di bianco nitido, impreziosisce le tavole, rivendicando la loro preziosità.

Il testo sempre a sinistra si affianca con gentilezza, pagina dopo pagina ad un fiore montano sottilmente acquarellato: che bellezza!

I dettagli che brulicano nelle pagine sono capaci di restituire l’atmosfera viva e semplicemente affascinante del bosco - con le lepri, le farfalle, le coccinelle e la sua miriade di piante e fiori -, ma anche degli interni spartani delle case dei contadini - con il soffitto a cassettoni, i bauli riccamente decorati, i tappeti caldamente intessuti, le pannocchie appese alle pareti. Ogni soggetto sfonda i confini del disegno - la porta aperta del falegname, il carro con i tronchi, i piedi del cacciatore… - fermando l’atmosfera in un attimo preciso, che però si percepisce come più ampio e coinvolgente.

Unica eccezione ai riquadri rettangolari, veri e propri quadri, una fortissima tavola d’impatto con il cacciatore che inquadra con il suo binocolo il nostro Cerfoglio: una tavola geniale dove il qui e il lì si scambiano e coincidono contemporaneamente. 

L’ennesimo elegante, bellissimo classico, ripescato per noi da Lupo Guido. Bravi.

P.S. una domanda storica è nata in me: quando i cacciatori sono diventati cattivi?

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Cerfoglio Ludwig Bemelmans 44 pagine Anno 2020 Prezzo 17,00€ ISBN 9788885810228 Editore Lupo Guido
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