A casa nostra festeggiamo la festa di tutti i Santi: per noi è l’occasione di ricordarsi dei compagni di strada che i nostri genitori hanno scelto per noi, quando hanno scelto il nostro nome. Ogni nome ha un significato, perché la scelta del nome è sempre un concentrato della storia di chi ci ha accolto nel mondo. Per me è stato così e così è anche per i miei figli. Saverio, o meglio san Francesco Saverio, colpì me e mio marito per l’ardimento, il coraggio e l’affetto sconfinato che aveva per i suoi amici di cui si cucì le firme sul cuore, Giuseppe (Freinademetz)- secondo nome di nostro figlio cinese Hutai - ci affascinò per la gioia e l’amore che ebbe per il suo popolo cinese, Teresa di Lisieux ci lasciò senza parole per l’ardimento, lo sguardo diretto e la determinazione con cui visse ogni singolo istante nel suo legame con l’infinto (sapete che è dottore della Chiesa e e patrona delle missioni pur non essendo mai uscita dal suo monastero?). Per anni e anni ho studiato la lingua delle storie dei santi (agiografie) che vantano una tradizione centenaria, prime forme di romanzo che raggiunsero la popolazione meno colta, bambini compresi. Non dovete pensare alle agiografie come testi di devozione pieni di angioletti e buoni sentimenti, le storie di santi sono vere e proprie avventure, con colpi di scena incalzanti, sfide che travalicano il naturale per sconfinare nel soprannaturale: storie di uomini e donne straordinari. Oggi il genere ha visto un’inflessione, riflesso di uno sguardo religioso sempre meno autentico che pensa ai santi in modo astratto, togliendo loro tutta la loro carne, o in modo non religioso, come se il cristianesimo non c’entrasse niente. 

Tra i pochi testi sul tema, vorrei però segnalarvene due che mi sono sembrati interessanti. Il libro dei santi edizioni Il pozzo di Giacobbe, scritto da autori vari (tra cui anche Silvia Vecchini), raccoglie 39 brevi biografie di santi scelti tra i più noti (Pietro, Paolo, Francesco…), ma anche tra i più moderni (Bakhita, Pio da Pietralcina e anche la Beata Chiara Luce).  I testi sono brevi, ma ben scritti, le vicende si intrecciano con riflessioni e commenti autoriali che sottolineano il valore e il senso di alcune vicende nell’ottica cristiana, tuttavia fortunatamente non è il fine didascalico a prevalere: i dialoghi e i diversi episodi riescono nel complesso a rendere vivido il ritratto peculiare di ciascuno. L’impressione generale, nel leggere tutte le storie una di fila all’altra, è di grande varietà e multiformità: i santi non sono una categoria standardizzata! C’è il comunicatore, il ribelle, lo studioso, quello che odia la scuola, il guerriero, il contemplativo, il genitore, il Papa, quello torturato, il re… I testi autografi dei diversi protagonisti - quando presenti - si inseriscono in una trama narrativa animata da dialoghi e da descrizioni il che crea testi agili e facilmente fruibili anche dai più piccoli (dai 5 anni). Le illustrazioni, anche queste a firma di diversi artisti, appaiono come piccoli accompagnamenti alle pagine: la diversità di tratto anima il senso di varietà del testo.

Un uomo di Stefano Nava è invece un vero e proprio albo illustrato, un libro d’artista di grandi dimensioni che sceglie di raccontare la storia di Francesco d’Assisi, santo celeberrimo e dalla grande e appassionante personalità.

«Disteso e spoglio saluti la nuda terra. È la tua esigenza di toccare la vita, la necessità di stare corpo a corpo con le cose».

Si apre con la nascita in cielo questo testo che ripercorre la vita di san Francesco rileggendola e narrandola con attenzione e sintesi, poetica e con immagini grandi, imponenti e schiette.

Il punto di vista attraverso cui guardare a san Francesco appare da subito la sua umanità, il suo essere profondamente uomo: il suo desiderio di «stare corpo a corpo con le cose». Oltre infatti ad alcuni aspetti ed episodi più conosciuti di Francesco pochi sanno della sua impulsività, del suo soggiorno nel carcere di Perugia, del suo desiderio di primeggiare… in Francesco c’è tutto questo e ugualmente un amore travolgente per Gesù che non si pone come alternativa, ma come realizzazione di quel desiderio grande da cui quest’uomo era consumato. I testi di Stefano Nava hanno il pregio di non tagliare fuori nessuno dei due aspetti, ma di renderli compenetranti: dallo schifo per il lebbroso, al brivido di cavalcare nella tensione della battaglia, fino alla percezione di una ciotola vuota che contiene l’infinito e all'amore travolgente di Dio che lo raggiunge nel silenzio. 

«La mia ciotola mi ricorda la terra.

Quando piove questa terra contiene il cielo. 

Sembra una bugia ma non lo è.

Ecco come si fa: il cielo bussa gocciolando e inizia a versarsi lentamente nella ciotola.

Da infinito si fa finito.

Prende corpo piccolo.

Poi il cielo si affaccia poco a poco e le stelle e la luna ci si specchiano».

I testi, appunto, sono molto evocativi e poco narrativi e si rivolgono con facilità a ragazzi un po’ più grandi (dagli 8 anni), ma il senso di stupore e fascino si impone imperioso. Dimenticate le solite cose che si raccontano del poverello di Assisi e non perdete l’occasione di incontrare san Francesco.

Ci vorrebbero immagini così potenti e una cordialità genuina nell’approcciarsi a questi personaggi e si scoprirebbero storie indimenticabili di amore e avventura, ineguagliabili.

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Il libro dei santi Autori vari 320 pagine Anno 2016 Prezzo 9,90€ ISBN 9788861244535 Editore Il pozzo di Giacobbe
Un uomo. 4 ottobre 1226 Stefano Nava 60 pagine Anno 2018 Prezzo 16,00€ ISBN 9788825047851 Editore Edizioni Messaggero Padova
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