Saverio ha una passione smodata per un libro che presi per caso qualche anno fa: Luca la luna e il latte. La ragione per cui questo libro sia da lui così amato resta per me un mistero. Noi risultiamo i principali “richiedenti in prestito” di questo libro che, localizzato in una sola sperduta biblioteca brianzola, ce lo impresta un mese sì e uno no.

Ora non stiamo parlando di uno di quei libri noiosi che si trovano al supermercato, stiamo parlando di un libro di Maurice Sendak del 1970, un libro al centro di polemiche di buoncostume e che l’autore newyorkese dedicò niente po' po' di meno che ai suoi genitori.

Il libro racconta di Luca, appunto, e di un sogno che fece il giorno che fu «svegliato da un rumore nella notte». Il piccolo, tutt’altro che intimorito, dopo aver urlato richiedendo il ripristino della calma «scivolò nelle tenebre, fuori dal suo pigiama e bianco come il latte nella luce della luna finì in cucina dentro una grande scodella di pasta fresca». Luca, dunque, tutto nudo vive un’insolita avventura in una cucina sovradimensionata, popolata da cuochi con la faccia di Oliver Hardy (Ollio di Stanlio e Ollio!): verrà mescolato e cotto con l’impasto della focaccia e scambiato - a causa del suo biancore - per il latte. Con la pasta cotta Luca si costruirà un «bellissimo aeroplano» e volerà su e su, sopra una città di teiere, scatole di biscotti, schiaccianoci, spremiagrumi e trenini di pane in cassetta fino alla torre-bottiglia-di-latte e «poi giù a capofitto in quel mare di latte cantando: LATTE DI LUCA LUNA DI LATTE! LUCA DI LATTE LATTE DI LUNA!». Al sorgere del sole Luca scivolerà «pieno di sonno giù, giù fino al suo letto».

La struttura testuale è piuttosto curiosa e richiama quella dei fumetti: le immagini sono contenute in riquadri neri, Luca parla attraverso baloon, mentre in alto su sfondo bianco le didascalie descrivono in terza persona la tavola sottostante. Le illustrazioni di Sendak sono splendide: il nostro Luca fluttua come una moderna Alice cullato nel suo sogno, l’assurdità del mondo in cui atterra (una cucina gigante in una città di prodotti alimentari) testimonia con evidenza la vastità immaginifica dell’autore e la sua sintonia con i bambini. Dico questo perché, a parte la bellezza delle immagini, io ho trovato la vicenda assolutamente strampalata e di poco interesse: Saverio invece si muove nella vicenda non solo con assoluta dimestichezza, ma con quella serenità di chi comprende esattamente dove è. Il sogno, che rappresenta in questo caso la briglia sciolta delle avventure, è comunque denso di riferimenti anche freudiani (il nutrirsi, il cadere, il nuotare, il latte…): i sogni dei bambini devono essere così, pieni di latte, aerei, focacce e… Oliver Hardy (?!?!?).

Il secondo libro della mia personale classifica è straniero, tedesco per l’esattezza, ma essendo sostanzialmente un silent book, potrete regalarvelo senza pensieri come ho fatto io.

L’autore è Laurent Moreau e ho detto tutto. La storia in sé per sé è molto semplice e lineare, quasi scontata. È sera e in una stanzetta non proprio ordinata (ma quale stanza dei bambini lo sarai mai?) una bambina viene messa a letto dai suoi genitori: «Gute Nacht, mein Schatz», che detta così sembrerebbe una serie di improperi, ma in realtà suona come “Buona notte, tesoro”. La stanza è illuminata da un lampadario sferico, i giochi sono sparsi per terra, insieme a collant a righe, libri, ombrelli… sullo sfondo una tenue carta da parati con una fantasia di foglie, i libri e i soprammobili sono statuari sugli scaffali, un lieve uccello di legno pende muto dal soffitto, un’allegra farfalla in un quadro alla parete. Il papà esce e dopo il «Klick!» (anche i suoni degli interruttori in tedesco sono imperiosi!) tutto è nero, se non fosse per il cono di luce che viene dalla stanza fuori, dove si presume mamma e papà stiamo godendosi il divano o più probabilmente riordinando, pulendo etc. etc. Appena gli occhi si sono abituati al buio la stanza si anima e prende vita, con un movimento progressivo che ricorda la trasformazione della stanza di Max. Il lampadario diventa la luna (badate “diventa” non “sembra”), la carta da parati una foresta, alcuni giochi diventano più grandi, altri si dissolvono, appaiono mostri e figure più confortanti (su tutti la farfalla gialla). La stanza d’un tratto è viva e la piccola protagonista si alza per esplorare questo mondo che progressivamente perde la riconoscibilità del luogo-stanza. Le figure che popolano questo non-luogo sono più o meno inquietanti, ma in ogni caso la bambina osserva e interagisce con loro finché un rumore rompe l’incantesimo, la bambina si rifugia nel letto e i genitori che vengono a controllare il sonno della figlioletta, indirizzando un fascio di luce nella stanza che illumina gli oggetti tornati quelli che erano, vedono solo una bambina serenamente addormentata.

La fluidità dei disegni dell’illustratore francese personifica perfettamente la dinamica di trasformazione degli oggetti che avviene nel sogno. L’idea semplice che si sogni quel che si vive e con cui ci si confronta quotidianamente e che il sogno sia sempre incontrollato, difficilmente interpretabile - da svegli -, e che in fondo possa far paura, credo sia interessante. Il conforto della luce e dei genitori che apre e chiude il libro inserisce poi questo “terrore” nell’abbraccio della “normalità” della vita. Un silent sognante di nome e di fatto.

Un terzo libro imperdibile a tema sogni, che mi aveva colpito moltissimo all’ultima fiera di Bologna e che finalmente ho avuto l’occasione di avere tra le mani, ben rilegato e in un formato - grande - che rende giustizia alle tavole originali è Mentre tu dormi. Anche in questo caso il libro è un silent book (sarà un caso, ma i sogni sembrano ineffabili!), ma la prospettiva che Mariana Ruiz Johnson propone non è inizialmente intimistica (cosa sogno?), ma bensì esterna: cosa succede mentre io dormo?

Mentre tu dormi incomincia con un bambino a cui la mamma racconta una storia della buonanotte: se stessimo riprendendo con una videocamera, avremmo scelto un primo piano, nella tavola iniziale infatti vediamo i due volti e libro. Con l’avanzare del sonno il campo illustrativo si allarga: il bambino ha chiuso gli occhi, la mamma esce dalla stanza, e noi vediamo la finestra da cui si intravede il bambino addormentato, è una casa rosa e fuori sono sorte già le stelle. Nella tavola successiva intravediamo la casa intera e il quartiere: al piano di sotto mamma e papà si dedicano un bicchiere di vino, un gatto rincorre un topolino sul tetto, una ragazza si affretta a tornare a casa in bici… e un leopardo e un cervo (!?!?!) suonano tranquillamente su un tetto. La sequenza continua allargando sempre più il campo: si moltiplicano le storie e i particolari “sensati” (il neonato che piange in braccio alla mamma, la festa sul balcone, il signore che legge un libro...), ma ci accorgiamo anche della presenza di personaggi anomali che si muovono all’interno della narrazione svolgendo una loro personale trama. Quando il campo è così largo da comprendere il mare, l’elemento liquido (molto freudiano!), l’attenzione si sposta progressivamente sui quei 6 personaggi "strani" che con un a canoa stanno navigando in mare aperto. Arriveranno su un’isola e insceneranno un «ridda selvaggia» intorno ad un fuoco che luminosissimo si trasformerà in un sole, riportandoci alla città appena sveglia e poi direttamente in camera del nostro protagonista e poi nel suo letto, tra le braccia di mamma e papà.

Il ritmo progressivo di allargamento e poi restringimento del campo visivo avviene naturalmente, come se la realtà stessa di dilatasse nel sonno e poi si ridimensionasse con la luce: il sonno prima leggero e poi profondo, l’abbandono prima accennato e poi totale è reso attraverso un progressivo focalizzarsi su gli elementi onirici.

Se non ve ne foste accorti, tornando indietro noterete poi che i 6 personaggi "strani" altri non erano che i protagonisti effigiati sulla copertina della storia della buonanotte, ribadendo ancora una volta come il sogno sia legato alla realtà. Nella descrizione del tempo del sonno, quindi, l’autrice argentina vede un mescolarsi del piano reale e irreale, anche se non c’è mai una piena predominanza dell’elemento immaginifico (Saverio mi ha fatto notare che nell’isola del sogno, volano i gabbiani che ci guideranno poi all’alba!). Nello stesso tempo essa gioca con le storie “altre”: non vi dico come Saverio si sia sbizzarrito a raccontarmi la storia del signore con il cane o del tatuatore notturno!

I colori vitaminici che spiccano sui toni scuri della notte e l’iconografia vitale dell’autrice argentina le hanno giustamente fatto vincere il Contest di Carthusia l’anno scorso e ora allietano le nostre letture serali.

Insomma tre libri differenti ma davvero magnifici, su un tema come quello del sogno capace di ammaliare tutti.

Luca la luna e latte

Maurice Sendak - Selene Maltini (traduttrice)

46 pagine

Anno: 2015

ISBN:  9788883620140

Babalibri editore

Eine Nacht voller Träume

Laurent Moreau

32 pagine

Anno: 2015

Prezzo: 12,95 €

ISBN: 9783649619246

Coppenrath editore

Mentre tu dormi

Mariana Ruiz Johnson

36 pagine

Anno: 2015

Prezzo: 19,90 €

ISBN: 9788869450174

Carthusia editore

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