A partire dal vangelo di Luca, di storie dedicate alla natività di Gesù se ne trovano a bizzeffe, la qualità non è sempre superlativa e se sono illustrate spesso le immagini lasciano ancora più scorati, ma un libro come quello di oggi non lo troverete da nessuna parte. Sole luna stella non ha nulla che possa far pensare ad una storia di Natale, e non parlo solo della copertina: ad una scorsa veloce, le immagini racchiuse tra le pagine non danno adito a pensare a Gesù, la stalla, i pastori… niente. Aggiungete che l’autore e l’illustratore sono due personalità che difficilmente si assocerebbero ad una storia sul Natale: Kurt Vonnegut scrittore statunitense è famoso per opere dal carattere pungente, umoristico e fantastiche, Ivan Chermayeff è un designer famosissimo, autore di alcuni loghi come Harper Collins o il MOCA di Los Angeles per citarne qualcuno. Niente farebbe pensare ad una storia sul Natale eppure questa coppia confeziona, nel 1980, una racconto originalissimo che narra di quegli attimi, unici nella storia, dando voce allo sguardo del bambin Gesù, un bambino di pochi attimi di vita.

«In principio:» in una dimensione senza spazio e senza tempo, in principio c’era solo il buio, il nero e Dio. Ma poi «il Creatore dell’Universo scese in Terra… Fino a quel momento, Egli aveva conoscenza di tutte le cose ed Egli era tutte le cose… Ma adesso, sotto le spoglie di un piccolo umano, avrebbe anche visto le cose, e le avrebbe viste in maniera imperfetta, attraverso due occhi umani».

C’è un fascino difficile da concepire: l’infinito e l’onnisciente si fanno carne, fibre, muscoli, sangue. Si fanno neonato.

La narrazione mantiene una voce esterna in terza persona, ma si fa interprete delle percezioni e dei pensieri del piccolo bambino, appena nato.

«Quando spalancò per la prima volta gli occhi, gli occhi erano velati e pieni di lacrime. Egli non vedeva i dettagli delle cose, Egli non era in grado di capire che cosa era vicino e che cosa era lontano. E così accadde che qualcuno accostasse a Lui un lume».

Il testo, bianco su sfondo nero e sempre occupante la pagina di sinistra, fa da contrappunto  alle immagini, a destra, così come devono apparire agli occhi di un neonato di pochi istanti: nessuna figura, nessuna prospettiva, una visione piatta di macchie di colore che investono la retina e che si contaminano attraverso le percezioni sensoriali. Il lume di Giuseppe che si avvicina forse troppo per vedere quel bambino miracoloso appare come una macchia a forma di stella, bianca, abbagliante e il movimento imprevisto che segue quando dal lume cadono delle gocce roventi spezzano la stella in piccoli frammenti bianchi sospesi nello spazio visivo.

«Giuseppe era in tale adorazione del piccolo che aveva lasciato inclinare il lume. Le punte della stella che ricadevano erano gocce d’olio rovente. I tonfi erano i piedi di Giuseppe che pestavano sul pavimento della stalla per spegnere i piccoli incendi».

Le immagini astratte che si susseguono, sono spiegate e raccontate dal narratore con costanza e attenzione, senza che il commento interrompa mai la narrazione che mantiene un tono caloroso, intimo e partecipato. Così la luna è la fronte del papà curvato e commosso e il sole caldo, immenso e così vicino è Maria, «Sua, madre», e il rosa sconfinato è il seno così come il Creatore intravide quella pelle e quelle vene che lo investivano: «il Creatore chiuse fortissimo gli occhi, e succhiò il latte tiepido da Sua madre». La storia si snoda attraverso assopimenti, sogni, levatrici e poi fiaccole, stanchezza e poi di nuovo sonno, sogni…

C’è qualcosa di tremendamente carnale in questo racconto, un testo all’apparenza astratto riesce al contrario a raccontare l’inconcepibile incarnazione di Dio, un Dio che deve guardare attraverso degli occhi, che ha bisogno di braccia che lo sostengano e seni che lo nutrano, che apre gli occhi e i cui occhi ancora poco allenati si ingarbugliano in strabismi momentanei e che poi si chiudono sfiniti dal sonno.

Il creatore del mondo è in balia del mondo, delle sue leggi e dei suoi limiti.

Io ne sono rimasta conquistata, innanzitutto perché la vicenda è finalmente narrata dalla “prima fila” e poi perché spesso nella consapevolezza di raccontare una storia “religiosa” spesso si perde la straordinarietà dell’evento nudo e ordinario, mentre nelle parole di Vonnegut si gusta tutta la bellezza della "pastosità" dell'evento.

A dispetto di quanto si possa credere, i bambini entrano immediatamente in sintonia con questo testo, riuscendo con molta naturalezza a immedesimarsi nella voce narrante che ha un ritmo complice e una lingua semplice e immediata.

Un libro straordinario sul Natale raccontato (anche) ai bambini da un Bambino piuttosto speciale, non fatevi respingere dall'inusualità delle immagini!

Sole luna stella
Kurt Vonnegut - Ivan Chermayeff - Monica Pareschi (traduttrice)

64 pagine
Anno: 2016

Prezzo: 24,00 €
ISBN: 9788898523535

Topipittori editore

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Commenti
11 Dicembre 2017
Gomitoliamo Blog

Che bel libro! Grazie 🙂

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