Oggi ospitiamo Eugenio e Carla. Benvenuti! 

Per introdurre la rubrica e farvi capire di che tempra è la nostra Carla vi riporto l’introduzione con la quale mi ha inviato il suo lavoro: «stasera ero a letto mezza influenzata. Allora, mi son detta, piuttosto che non fare niente scrivo la recensione per la Maria». Una supermamma!

Ci presentiamo.

Eugenio ha 9 mesi, è un po’ grassottello ed è molto simpatico. La sua attività principale è gattonare velocissimamente alla ricerca di appoggi per tirarsi su ed esplorare il mondo. Gli piace sentire mamma e papà che cantano – va in visibilio se ascolta la Val Sugana e la Nave nera –, ha sempre una gran fame e riserva un sorriso e un bacetto per tutti quelli che entrano nella nostra casa. Da poco più di un mesetto comincia a seguire i libri che gli leggo, soprattutto la sera, e tocca e accarezza le pagine, per saggiarne la consistenza, sorridendo davanti a certe figure, come il Piccolino di Beatrice Alemagna, che abbiamo proprio scoperto su questo blog.

Io sono la mamma, Carla. La mia principale attività negli ultimi mesi è inseguire un bimbetto che si aggira per casa, cercando di evitare che si schianti contro la lavastoviglie, che scivoli attaccato alle sedie o sbatta il naso contro le porte quando cerca di aprirle. Ho cominciato a comprare libri per Eugenio già da quando aveva cinque-sei mesi (forse troppo presto?) e dopo tanti tentativi di paziente e discreta insistenza per farlo familiarizzare con l’oggetto libro, mi sembra di cominciare a vedere delle reazioni interessate e positive.

Il libro che vi presento è Mamma cannibale di Letizia Cella (illustrazioni di Claudia Melotti).

È forse uno dei primi libri che ho comprato ad Eugenio, incuriosita dal commento di un’amica e dopo due o tre acquisti davvero deludenti di libri di filastrocche, poco ritmate e per niente divertenti.

Mamma cannibale raccoglie le nenie, le filastrocche, gli scioglilingua che una mamma innamorata della sua bimba le dedica, interpretando e, a tratti, enfatizzando, quel linguaggio infantile e insieme affettivo che abbiamo coi nostri bambini nei momenti particolari del cambio o del bagnetto: «Oh che bei piedini, me li mangio! E queste cosciotte? Le cucino in insalata!». Ecco, Letizia Cella è riuscita a farlo in modo geniale, riuscendo a coniugare l’inventiva con il ritmo e la scorrevolezza.

Per noi le sue filastrocche sono diventate la colonna sonora del massaggio prima del bagnetto, dei cambi di pannolino, del momento di mettere il pigiama.

Ma essendo poesiole dedicate alla sua bimba, a volte dobbiamo adattarle al maschietto, cambiando le rime qua e là.

La nostra preferita inizia così: «Questo bimbo tutto nudo / me lo mangio fresco e crudo. / Incomincio dai piedini / belli rosa e tenerini…», ed Eugenio ascolta beato mentre lo riempio di baci e morsetti sulle parti che man mano nominiamo, arrivando fino al mento.

E ormai, sia io e che mio marito, a furia di recitare queste bellissime filastrocche (quella finale, a chiusura del libro, è un inno tenerissimo allo speciale rapporto, fatto di chiaroscuri, che si crea tra madre e figlio!), le sappiamo a memoria, tanto che molte parole sono entrate nel nostro vocabolario. Qualche giorno fa, infatti, ho mandato il papà a comprare le pere, con questa consegna: «Prendi quelle rosa e morbide!» Lui, come ogni uomo che si rispetti, arrivato dal fruttivendolo non si ricordava più, così, cercando nella sua mente, ha cominciato a balbettare: «Vorrei delle pere… rosa…» ma, preso dal panico, alla fine, è riuscito a completare la richiesta: «e tenerine!» Rido ancora al pensiero della faccia che avrà fatto il negoziante!

Per concludere, penso che sia un libro che Eugenio apprezzerà anche più grande, quando potrà recitare con me le ricettine spassosissime per essere mangiato.

Vi consiglio l’edizione più robusta, perché inizialmente ne avevamo comprata una più economica e in carta riciclata ma ormai è quasi tutta ciucciata.

Grazie!

Mamma cannibale
52 pagine
Anno: 2010

Prezzo: 6,50 €
ISBN: 9788882039196

Nord Sud editore 

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