La memoria è un lavoro quotidiano.

La memoria interessa il presente altrimenti è solo una nostalgica parentesi della vita.

La giornata della memoria ci ricorda questo, ci ricorda questo lavoro quotidiano, riportando ai nostri occhi una delle vicende più drammatiche della storia: ci fu un tempo nella storia, in cui credere in qualcosa di diverso, avere un volto differente, appartenere ad un popolo… essere diversi, insomma, fu ragione per essere sterminati. Eppure questa violenza che tanto ci sembra odiosa e lontana riaccade oggi, non solo in Paesi lontani dove gli eccidi sono all’ordine del giorno come in un tran tran quotidiano che ormai non fa notizia, ma, diversamente, anche accanto a noi, in un mondo che con difficoltà è capace di accogliere, ascoltare e comunicare con il diverso da sé.

Io non parlerò della Shoah a Saverio, non credo sia ancora il momento, ma far memoria significa educare ed è per questo che oggi vi parlerò di Mappe, un libro che, in questo senso, può essere un grande strumento.

Mappe è un libro famosissimo, uno di quei libri che ad un certo punto fa il boom e che si destina ad essere ristampato negli anni: arrivò quasi in sordina, oggi lo conoscono tutti. Raccoglie il mondo, Mappe, raccontandolo attraverso una cartografia illustrata ricca di particolari e curiosità, più preoccupata di comunicare un senso generale del Paese, piuttosto che di “dire” completamente tutto (sono risapute le critiche al fatto che non ci siano tutti gli stati!). Il movimento della narrazione è progressivo e concentrico: si parte dalla mappa del mondo, poi si susseguono i continenti, come capitoli indipendenti poi alcuni degli stati che li compongono. In ogni mappa rimangono fisse le indicazioni della capitale, del nome nella lingua originale, della lingua, del numero degli abitanti, della superficie, della bandiera, dei due nomi propri (maschile e femminile) più comuni, il resto è affidato alle suggestioni. La coppia di illustratori polacchi di volta in volta su uno scheletro, in cui si indica sommariamente la conformazione fisica dello stato, ci mostra animali, sport praticati, monumenti famosi, cibi, luoghi di interesse naturalistico, personaggi eminenti, eroi nazionali, usanze… C’è Peter Pan in Inghilterra, e il lucha libre in Messico, incontriamo Constantin Brancusi in Romania, Pietr Mondrian nei paesi Bassi, scopriamo che in Australia potremmo mangiarci un panino al vegemite e che in Giordania si suona l’oud e il rebab, il popolo Makonde, in Tanzania, è famoso per le sculture in legno e in Namibia si può fare sandboarding sulle dune, in Equador non ci si può perdere il mercato ad Otavalo, e alle isole Figi i guardiani del palazzo reale indossano un gonnellino bianco…

Mappe è un libro infinito, è un libro che difficilmente i riquadri leggermente decorati riescono a contenere, perché ogni pagina fa venire voglia di partire, di scoprire, di cercare. Lo stile descrittivo, ma non rigoroso, dei due illustratori rende meno impegnativa la lettura e incentiva la curiosità, l’horror vaqui minuzioso permette ad ogni incursione di essere una scoperta deliziosa e i font, creati appositamente dai due autori (Cartographer e MrsWhite), una scelta meravigliosamente azzeccata.

Perché però parlarne il giorno della Memoria? Perché uno dei grandi pregi di questo libro è che, pur abdicando alla pretesa di completezza, riesce a restituire ai lettori un’impressione affascinante delle diverse culture, che sono diverse, profondamente diverse. Non è solo una questione di fauna o di linguaggio: la Polonia è costellata di chiese cattoliche, in India sono indicati i luoghi sacri per gli hindu, le tradizioni nepalesi trapelano da ogni figura riprodotta, i nomi delle diverse tribù della Namibia ci parlano di una pluralità di popoli e dell’intrecciarsi di una storia. Il mondo è fatto da storie diverse, da volti diversi, da credenze diverse, da pensieri diversi eppure in modo armonico tutte le componenti danno il loro contributo. Le linee morbide della mano degli illustratori, la palette dei colori mai accesi, ma diversi, uniformano l’opera intera e il mondo tutto. Io vorrei che mio figlio imparasse a guardare con curiosità e rispetto le differenze di ciascuno, senza rinunciare a sé, ma sempre cordiale verso quello che è, prima di tutto, un uomo.

Un libro che riduttivamente potrebbe essere definito geografico, ma che è culturale e vi farà venire voglia di viaggiare e speriamo instilli in ciascuno un curioso sguardo verso l’altro.

Mappe
Aleksandra Mizielinska - Daniel Mizielinski - Valentina Parisi
(traduttrice)

112 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 22,00 €
ISBN: 9788837092740

Electa editore
Anobii

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Commenti
30 Gennaio 2015
Maria

Grazie Teuta!

30 Gennaio 2015
teuta

Hai ragione. È importante la storia ma sopratutto importante è ricordare le insegnamenti. Rispettare il diverso e non solo, andarci incontro per fare un scambio di idee e di culture è quello che dobbiamo lasciare in eredita ai nostri figli. Mappe poi è meraviglioso. È proprio per quello che lo abbiamo comprato appena uscito e non perche volevamo un atlante.

30 Gennaio 2015
Maria

Sarebbe bellissimo un albo di topografie! E vedi siamo d’accordo perché la prima diversità non è neanche dietro l’angolo, è proprio dentro casa 😀 Spero ci vedremo presto. Grazie Alessia

30 Gennaio 2015
Maria

Grazie Silvia ;D

30 Gennaio 2015
Silvia

Bello bello bello!! Il libro, la scelta e le riflessioni.

30 Gennaio 2015
Alessia

Cara Maria,
la mia più grande preoccupazione è che mio figlio cresca in una piccola cittadina, qual è Carpi, dove io diverso è da sempre osteggiato e allontanato dai più.
Nella scuola d’infanzia che mio figlio frequenta non vi sono purtroppo bambini stranieri poiché nello stesso quartiere esiste una scuola statale che fa orari più comodi e permette a coloro che lo desiderano, di andare a prendere i bambini a pranzo. Molti genitori della scuola di Giulio sono molto felici di questa sistemazione. Io no. Quando vado al parco giochi mi trovo molto più in sintonia con la madri dei bambini stranieri e Giulio, spontaneamente, si mette a giocare con i loro figli. Le donne si mettono sedute al tavolo, parlano, bevono tè, e ogni tanto buttano l’occhio ai bambini che sono liberi di giocare come gli pare. Le altre madri si lamentano parecchio perché vorrebbero che i loro bambini fossero più educati, che non salissero lo scivolo al contrario, che non corressero come pazzi. Tra loro c’è sempre mio figlio e io più volte sono stata invitata al tavolo delle donne dove ho potuto apprendere storie e memorie, solitudini e beatitudini. Ciò che dunque scrivi sulla memoria è molto bello, perché davvero è una mappa che si costruisce e definisce giorno per giorno. Mi auguro però che gli autori vengano colti nuovamente da illuminazione e con le stessa felice intuizione disegnino un albo di topografie. Perché ogni città è un mondo e quella memoria, che ha senso solo nel presente come scrivi tu, si trova dietro ogni angolo, in ogni parco, in ogni strada, in ogni casa.

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