Qualche settimana fa ho partecipato ad una catena/contest/coblogging di poesia, quel che non sapete è che, essendo io sperduta con la mia famiglia in un paesino al mare, ho colto l’occasione per convincere il marito che ERA NECESSARIO E IMPROCRASTINABILE andare a cercare un libro di poesie per bambini e comprarlo: non potevo mica tirarmi indietro! Così in una mattina grigia (sono state tutte così!) ci siamo addentrati nell’unico negozio che vendeva libri, che per qualche strano strano caso stava traslocando (tramite cartoni trasportati a mano…) dall’altro lato della strada e pensate: proprio quel giorno i libri erano tutti scontati! Baldoria direte, incetta penserete… invece mi sono contenuta, sostanzialmente perché «Guardi i libri delle Winx praticamente glieli regalo!» (e sottolineo che ero lì con Saverio, maschio di 4 anni, e mio marito… non ho capito come mai potesse pensare stessi cercando libri sulle Winx, forse perché sembro giovane!).

Per scovare dei libri un po’ più affini al mio gusto :) ho dovuto scavare, spostare e districarmi, Saverio invece si è sdraiato per terra in un mare di polvere e si è messo a leggere. Vi dico solo che la libraia deve essere rimasta così allibita da Saverio, che prima di uscire gli ha detto di scegliere un libro: glielo avrebbe regalato. Non fatemi pensare a che cosa ha scelto perché ho i mancamenti ancora adesso: Il libro della giungla 2, versione cartonata arghhhhhhhhhhh, ma cavolo c’erano i libri delle Winx!

Comunque sono riuscita a portarmi a casa due libri splendidi Farfalla di Bruno Tognolini e Antonella Abbatiello, appunto, e Capricci che passione! di Giusi Quarenghi e Chiara Carrer.

Nota a margine: in certe librerie non proprio al centro del mondo spesso è difficile trovare le ultime novità, tuttavia si ha la rara occasione di scovare libri splendidi, magari fuori catalogo da un po’: questo ne è stato l’esempio.

In effetti il libro di Giusi Quarenghi ha una veste un po’ datata: avete in mente quelle carte da lettere in carta riciclata dalla cui trama emergevano fiori (nel migliore dei casi) o grumi di legno o paglia, o solo grumi che andavano tanto di moda una quindicina di anni fa? Ecco per i miei 18 anni credo di averne ricevute a bizzeffe (e ammetto di averne ancora alcune risme nell’armadio della cancelleria): in effetti io ancora scrivevo lettere cartacee… da non crederci! Comunque queste agresti ma un po’ inquietanti carte fanno da sfondo a questo libretto: l’unica è ignorarle, perché, per il resto, il libro è davvero godibile, perfino Saverio ne è rimasto entusiasta da subito, superando inaspettatamente Mowgli dopo la prima lettura. Il grande tema capace di catturare il mio quattrenne è: i capricci!

La filastrocca di Giusi Quarenghi, una vera forza della natura, ci regala una succinta ma esaustiva carrellata di capricci. C’è il «capriccio di mattina la pioggia si avvicina», quello del mi-sveglio-con-il-piede-storto-mi-sto-caricando-a-molla-per-esplodere-a-colazione, il «capriccio a mezzogiorno meglio togliersi di torno» il classico col-cavolo-che-mangio, poi c’è il nostro preferito il «capriccio micidiale giornata assai speciale» quello che scatta esattamente nel momento in cui dovresti stare bravo o che scoppia senza ragioni apparenti (non sei stanco, non sei arrabbiato e quindi?????????), e infine il più classico «capriccio di sera buona notte poi si spera» d’altronde anche Beatrice Alemagna lo dice «i grandi hanno strane idee in testa: farsi il bagno tutti i giorni, cucinare i fagiolini al burro, dormire senza il cane giallo» Che cos’è un bambino?.

Il testo di districa quindi tra la voce arrabbiata del bambino che rivendica il suo diritto ad arrabbiarsi, a protestare, a battere i piedi e dire di no e le bellissime “chiuse”, tranquille voci di mamme, soli, lune, torte che abbracciano il piccolo turbolento alla fine della sfuriata. Il testo si presta quindi ad essere letto con molta passione: i brani arrabbiati, che molto ricordano i ritmi serrati di Dr. Seuss di Prosciutto e uova verdi, si recitano insieme (io e Saverio) di un fiato, imbronciati e rumorosi, la chiusa la leggo solo io sottovoce e Saverio mi ascolta attento.

La forza di questa struttura testuale molto semplice è la descrizione del capriccio in tutta la sua dinamica dallo scoppio all’affievolirsi, senza che ci siano rimproveri, solo (così sembra) con un contenimento discreto che sfocia nella riacquisizione della calma tra le braccia della mamma! Saverio è naturalmente eccitato di poter verbalizzare i tumulti che evidentemente riconosce come familiari, non vi dico quando poi c’è il passaggio con «schifo» (parola bandita a casa nostra!)…

Ma il bello, secondo me, è da attribuire anche alla mano di Chiara Carrer, che su questi sfondi inquietanti disegna bambini-bambini (quelli che non vogliono i capelli lunghi e sono sempre con la pancia scoperta, per intenderci!) arrabbiati, con quegli occhietti burrascosi, con quella fisicità, fatta di braccia, gambe, mani, che cerca di disperdere il terremoto emozionale che percorre le loro piccole personcine. Quei bambini che poi in un attimo sono capaci di tornare quelle splendide creature sorridenti che amiamo. Le figure ritagliate e incollate a collage su questi sfondi “monocromatici” amplificano l’idea di movimento: la linea nera è ammorbidita dal colore e addolcita dalle ombreggiature. Unico dubbio che ci attanaglia: ma il capriccio micidiale non lo stava facendo un bambino? è diventata una bambina?

Il font del testo … lasciate perdere :)

Comunque questo libro, tutto sommato, imperfetto è diventato uno tra i più citati a casa: ieri al fatidico scatto di un capriccio ho detto «Aspetta aspetta Saverio: ecco il capriccio tremendo! Ti faccio una foto così lo mettiamo nel libro» e Saverio, dimenticando in un millisecondo la scena, ha detto «Mamma, micidiale non tremendo». Fine del capriccio. Ci credete? Io sto ancora cercando di convincermi che è accaduto!

Capricci che passione!

Chiara Carrer

48 pagine
Anno: 2006

Prezzo: 8,90 €
ISBN: 9788809045705

Giunti editore
Anobii

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