Idonei. È una parola piccola che dirà poco a molti, ma dirà molto a pochi: noi, io e mio marito, facciamo parte di questi pochi, perché dopo mesi di fatica e dopo anni densi e unici, 3 giudici ci hanno decretato “idonei” all’adozione internazionale. Dunque siamo in attesa, sarebbe una falsità dire che lo siamo da un mese perché la gestazione di questo figlio è iniziata anni fa, ma da una manciata di giorni questa attesa ha potuto essere vista, è stato un inizio.

Come sarà questo figlio? È già vivo da qualche parte? Sarà biondo come Saverio? Amerà leggere come me? Sarà buono come mio marito?

Che cos’è un figlio? È un foglio bianco su cui scrivere?

Maria Beatrice Masella, nel suo libro Io sono io, della nuova collana per i bambini de Il leone verde, parte proprio da un «io sono io», mentre  Jacobo Muñiz mostra una bimbetta scalza dai vestiti neutri, quasi invisibili: sembra niente.

Pagina dopo pagina la piccola protagonista si rende conto di “essere come” tutte le persone che conosce e che incontra, o meglio ogni persona in cui si imbatte la contamina, la tocca, le dona qualcosa di sé. È un cerchio che si apre non casualmente con la mamma e il papà: «ma sono anche come la mamma quando faccio il pane con lei… e sono come il babbo quando raccolgo le foglie con lui». Nella pagina a sinistra, su uno sfondo caldo che ricorda una tappezzeria a righine, spicca un baloon che contiene il pensiero, all’esterno del quale sono scritti a mano i nomi delle persone citate: all’inizio c’è solo «io», ma subito dopo c’è anche la mamma. A destra è ritratta la protagonista, mentre impasta, gioca, corre, canta, colora, si rotola nelle foglie, raccoglie i sassi, osserva le farfalle, suona i tamburi… La tappezzeria colorata ritma le tavole in tempi da quattro, il cerchio si allarga da mamma e papà, ai fratelli, agli zii, al gatto, al cane, ai compagni, ai vicini di casa, per poi, come un’onda, ritornare all’origine: nonna, nonno, papà, mamma (con un indicativo ribaltamento immagine a sinistra, testo a destra) a chiudere il viaggio. Ogni esperienza è un nome che affolla la tavola del testo, un nome che forse la piccola protagonista verga con la sua mano bambina (bellissima l’indecisione corretta che si intravede sotto il difficilissimo nome del cane Achille): sono tutti nomi propri, tranne «mamma e babbo», come a dire che al di là di un’origine gli incontri sono unici e personali. Non si incontra per forza un fratello o un vicino di casa, magari non si ha un cane, ma certamente si incontrano Tommaso, Penelope, Caterina, Antonio… e il muro virtuale di ogni bambino è colmo di nomi amati. A destra la narrazione segue il processo di formazione e ad ogni incontro la bambina porta con sé qualcosa: all’inizio è il vestito di mamma, poi alla piccola puntano le scarpe di papà, la benda da pirata del fratello, i baffi del gatto, la conchiglia della nonna… alla fine del viaggio la figura neutra dell’inizio è trasfigurata, è ricca, colorata.

«Ma quando arriva il vento e porta via tutto…».

La storia prende il respiro e fa una pausa.

Che cos’è un figlio?

«Io sono di nuovo io, ma sono io con…»

Io avrei chiuso qui il testo, perché è vero che i legami cambiano, ma non perché modellano, ma perché quanto più si ama tanto più l’io amato si realizza e fiorisce per quello che l’io è. Ogni persona è fatta di relazioni, la storia di ogni è la storia di una dipendenza da legami, ma in fondo è unica, particolare, irriproducibile.

L’autrice invece ci dona qualche parola in più – io in fondo sono una criptica – perché «i tamburi, le foglie i colori…» sono «nel cuore» della protagonista che tornata neutra, bianca e sola ora ha un cuore battente.

L’illustratore spagnolo, grazie ai suoi collage e alla linea delicata, gioca con i bianchi e i colori, riuscendo nel non facile compito di rendere intimo, personale e non didascalico un viaggio di crescita e di sentimenti (unica nota: ho trovato un po’ pesante l’espediente della benda nera del pirata che ha un forte impatto sulla tavola e segue per gran parte della narrazione: alla prima lettura Saverio mi ha chiesto se la bambina fosse cieca). Sono gli sguardi e i gesti che parlano, sebbene fissi: i grandi ammirano grati e muti una vita che cresce.

La storia è universale e a mio figlio è piaciuta moltissimo, tanto che è stata letta in spiaggia più volte: abbiamo giocato a trovare i particolari “contaminanti” e ogni bambino (sotto al nostro ombrellone siamo sempre in tanti!) ha raccontato di cosa fa con la sua zia, il suo  zio, il suo nonno, il suo gatto… Con Saverio abbiamo iniziato ad accennare e ad immaginare la storia che il suo fratellino o la sua sorellina avrà: che canzoni gli/le avranno cantato? Sarà capace di colorare o sarà ancora piccolo/a e dormirà come il nostro cane?

Il leone verde si rivolge al pubblico dei bambini con attenzione, offrendoci un libro curato, delicato e rispettoso, un libro intenso e per questo mai vociante.

Di queste vacanze godetevi ogni istante.

Io sono io
Maria Beatrice Masella - Jacobo Muñiz

48 pagine
Anno: 2015

Prezzo: 13,90 €
ISBN: 9788865800928

Il leone verde editore
Anobii

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Commenti
30 Luglio 2015
Maria

Grazie a Lei Jacobo! Si vede che è frutto di un lavoro congiunto molto attento. Sono stata molto contenta di conoscere il suo lavoro e la seguirò certamente.

30 Luglio 2015
jacobo muñiz

La ringrazio molto per la bella recensione e per aver trovato il libro con tanta cura e sensibilità.

La cosa più bella di questo libro è che esso è il risultato di un laboro congiunto della autora, illustratore e di Emanuela Orlandini, editora. Lavorare insieme sempre dà risultati migliori.

E prometto la prossima volta che la banda nera del pirata non spicca molto :^)
Grazie!

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